mercoledì 20 dicembre 2006

LA PUGLIA LA MIA TERRA




Il Salento
La parte sud-orientale della Regione Puglia che ha come suo estremo S. Maria di Leuca è chiamata Salento o penisola salentina. Il nome deriva dagli antichi abitanti di questa zona che vi approdarono in epoca preistorica. Terra pianeggiante con modeste alture ( la più alta non raggiunge i 200 m. ) è bagnata sia dal mare Adriatico che dallo Ionio. La costa è ricca di spiagge sabbiose e di promontori rocciosi a picco su di un mare limpido e cristallino che fanno del Salento una meta ambita per i turisti di tutto il mondo. Il territorio conserva una nutrita testimonianza di architettura barocca che è possibile ammirare nei diversi centri della provincia.


GALLIPOLI


Gallipoli fu detta per antonomasia (dal greco Kalé polis) Città bella e vanta origini greche secondo la tradizione tramandata da Dionisio di Alicarnasso che fa dello spartano Leucippo il mitico fondatore della Città. Trovandosi in posizione centrale rispetto alle principali vie marittime dello Jonio e per la presenza di numerose sorgenti d’acqua dolce in prossimità della costa il sito ove sorge la Città fu luogo d’elezione per un insediamento, del quale non è difficile intuire una frequentazione preistorica. Sono peraltro recenti i ritrovamenti di età preistorica in località Rivabella e S. Pietro de’ Samari nel territorio comunale.La città venne retta con proprie istituzioni, propria monetazione e con una giurisdizione territoriale assai vasta che nel momento della sua massima fioritura pare si estendesse su oltre quaranta centri da Porto Cesareo a Leuca. Le prime incursioni romane nel Salento portano ad una conquista, inizialmente non stabile, delle repubbliche salentine legate a Taranto. Gallipoli viene assoggettata ai Romani nel 265 e dopo un tentativo di alleanza ai Cartaginesi nel 214 a. C., viene definitivamente sottomessa divenendo statio militaris della XI legione, indi municipium. Durante la dominazione dell’Impero d’Oriente, diviene caposaldo marittimo dello Jonio. Nel 551 è già sede vescovile e nel 710 è visitata da Papa Costantino in viaggio da Roma a Costantinopoli. Gallipoli è l’ultima roccaforte bizantina fino all’invasione normanna ed è l’ultimo caposaldo a cadere nelle mani di Roberto il Guiscardo nel 1071. Nelle lotte fra Svevi e Angioini, Gallipoli resta fedele agli antichi signori ma, dopo la sconfitta di Corradino, subisce l’assedio ferocissimo di Carlo I d’Angiò che si protrae dall’ottobre 1268 alla capitolazione nel Maggio 1269. Il dominio angloino lascia cospicue tracce nell’architettura della Città e del dintorni.
Il secolo XV col dominio aragonese succeduto a quello angioino vede Gallipoli in una fase di espansione economica grazie al rifiorire dell’economia e ai traffici portuali in continuo incremento. I Veneziani nel 1484 tentano l’assedio della Città che, dopo tre giorni di lotta violentissima, caduto anche l’ammiraglio veneziano Giacomo Marcello, è costretta alla resa. L’occupazione veneziana durata solo alcuni mesi mette in moto iniziative tendenti a fare dl Gallipoli una base efficiente e fortificata per i commerci col Levante. Tra il 1491 e il 1492 Francesco di Giorgio Martini, in visita nel Salento al seguito del Duca di Calabria, progetta la ristrutturazione della fortezza salentina che prevede la conservazione del torrione poligonale e la costruzione di tre torrioni circolari scarpati alti 23 metri e con diametro di 20 che, con l’aggiunta di un rivellino, avrebbe reso il complesso quadrilatero di forma pentagona. Il progetto verrà realizzato fra il 1507 e il 1534 sotto la direzione di Gian Giacomo dell’Acaia. Tra il 1603 ed il 1607 viene realizzato il monumentale ponte di accesso alla città con 12 arcate e nel 1630 ha inizio la costruzione della nuova Cattedrale sorta sulle fondamenta della vecchia in stile normanno-pugliese. Ne furono costruttori due capimastri gallipolini Bischettini e Lachibari su disegno dell’architetto, pure gallipolino, Giovan Bernardino Genuino. Tale opera denota il perdurante legame, in pieno ‘600, col classicismo cinquecentesco, nella concezione spaziale dell’interno, cui fa riscontro la severità canonica dell’ordine dorico nella parte inferiore della facciata, mentre la parte superiore completata nel 1696 presenta Invece una fioritura sfrenata di motivi decorativi tratti dal repertorio Zimbalesco. Questo periodo che segna la progressiva trasformazione della Città da piazzaforte difensiva a scalo portuale-commerciale specialmente dell’olio, di cui, già dalla fine del ‘500, Gallipoli è riconosciuta come la maggiore piazza commerciale d’Europa, conferisce un respiro e una dimensione più ampia alla vita delle classi dominanti.Il proliferare di confraternite e la prosperità del ceto dirigente locale producono un Impulso notevole nell’edilizia civile e religiosa fra il XVII e XVIII secolo; vengono erette le Chiese della Purità, di S. Francesco di Paola, dl S. Teresa, delle Anime, degli Angeli, del Crocefisso, dl S. Luigi, di S. Angelo; trasformate ed arricchite di opere d’arte quelle di S. Domenico e dl S. Giuseppe, mentre la più antica, di S. Francesco, muta totalmente la sua veste duecentesca. Gli episodi più notevoli nell’edilizia civile sono I palazzi Pirelli, Venneri, Fontana, Senape, Balsamo, Tafuri. La presenza sulla scena locale, di artefici di notevole rilevanza, quali Adriano Preite da Copertino, di Giovan Bernardino Genuino, dei pittori Giovanni Andrea Coppola e Giandomenico Catalano nel ‘600 e nel ‘700 del napoletani Nicola e Carlo Malinconico e Liborio Riccio da Muro, produce una temperie culturale che impronta

1 commento:

sport e società ha detto...

Io sono stato a Gallipoli, è veramente una terra fantastica!!!
Non ne hai mai nostalgia?